Temperature medie in costante aumento, estati sempre più siccitose e calde, una grande sfida per l'agricoltura italiana.
In queste condizioni la vite va in difficoltà, sopratutto in determinati areali poveri di acqua.
Ingiallimento delle foglie basali, scottature sui grappoli e influenza sulla maturazione sono i sintomi presenti sempre più frequentemente.
Per alcune varietà, come il sangiovese in Toscana, già a 35°C inizia a manifestarsi lo stress da caldo e seguente stress idrico, ma perché avviene questo?
Normalmente le piante regolano l’evapotraspirazione e l’equilibrio idrico tramite la regolazione della traspirazione fogliare e regolando il flusso di liquidi verso le foglie. Le acquaporine sono le mediatrici del flusso idraulico vegetale (Vande- leur et al., 2009) insieme alle caratteristiche anatomiche dei vasi conduttori (Lovi- solo et al., 2010) regolano il trasporto dei liquidi verso le foglie, per poi trovare gli stomi che, in base alla conduttanza stomatica regolata dagli ormoni e dalla superficie fogliare, sono responsabili della traspirazione all’esterno (Schultz, 2003).
Quando la pianta comincia a percepire una situazione di stress, attiva una serie di meccanismi che regolano quanto descritto prima per limitare al massimo il movimento di liquidi verso le foglie e la traspirazione attraverso gli stomi, chiudendoli, alcune varietà però in realtà non ci riescono del tutto, gli stomi vanno in crisi e rimangono aperti invece che chiudersi con il risultato opposto a quello necessario.
Quali strategie si possono utilizzare per aiutare i vigneti in queste condizioni?
Cimatura e sfogliatura, con temperature medie estive in aumento è prevedibile il rischio di forte stress e il conseguente disseccamento delle prime foglie (intorno ai grappoli). Per mantenere sempre sufficiente superficie fogliare per garantire la maturazione e la salute delle piante, consigliamo di sfogliare e cimare il minimo necessario, ogni foglia potrebbe essere importante più avanti.
Preparare le piante al forte caldo con biostimolanti specifici, gli idrolizzati proteici di origine vegetale si sono dimostrati i migliori per questo scopo. Il nostro consiglio è utilizzare ProTech fin dai primi caldi stagionali.
Sfruttare, quando possibile, prodotti come caolino e zeolite per creare delle barriere meccaniche al sole, ben inteso che questi prodotti sono utili per proteggere i grappoli e le foglie dalle scottature, ma in nessun modo aiutano la pianta a stimolare processi metabolici specifici.
Perché secondo noi ProTech e gli idrolizzati proteici sono la migliore soluzione?
ProTech è un idrolizzato proteico specifico, ricco di amminoacidi e peptidi a corta catena, molto attivo proprio per gli stress abiotici come caldo e siccità. ProTech agisce direttamente e rapidamente sulle acquaporine e sulla regolazione del sistema stomatico, garantendo il buon funzionamento della regolazione della temperatura e della traspirazione dei liquidi.
Con l'utilizzo di ProTech la temperatura fogliare è mediamente fino a 5°C inferiore rispetto ai testimoni non trattato, sintomo del mantenimento dell’efficienza dell’apparato. Le piante trattate con ProTech consumano fino ad un 30% di acqua in meno, garantendo una resistenza migliorata.
In alto, immagini scattate con fotocamera termica FLIR in vigneto in Toscana, nell'estate 2021 con temperatura esterna di 40°C. Nella foto a sinistra una pianta trattata con ProTech, la cui temperatura fogliare misurata è di 38,4°C, mentre la temperatura fogliare del testimone non trattato nello stesso vigneto è di 43,8°C.
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